martedì 5 ottobre 2010

DI NUOVO NELLA TERRA DEGLI INVOLTINI PRIMAVERA...

Rieccomi, dopo due anni sono finalmente tornato in Cina, di nuovo a scrivere questo diario di viaggio. Sono stati due anni lunghi in cui molto è successo, molto è stato guadagnato e molto è stato perso, ma in ogni caso sono stati due anni importanti, quasi di "preparazione" per questa nuova avventura cinese. Sì, perché di avventura si tratta, come qualsiasi altra cosa accade nella nostra vita. In qualche modo questo termine infonde una sorta di ricercata imprevedibilità a quello che riserva il domani, quasi laccando di importanza cose a cui solitamente non ne daremo.
Scelte, alcune giuste alcune forse sbagliate, mi hanno riportato non esattamente dove volevo essere, e non col "ruolo" che inizialmente volevo ricoprire, ma se tutto è andato com'è andato probabilmente è giusto che sia così, anzi, ne sono sicuro, e l'obiettivo sarà, come sempre, cercare di trarre il meglio da quello che si presenterà dinnanzi, evitando rimpianti e vedendo il bicchiere sempre mezzo pieno, visto che la sete di esperienze sempre nuove è sicuramente un marchio di fabbrica ormai tatuato sulla pelle e al di sotto di essa.
Shanghai, questa la meta non voluta. Ma forse è meglio fare un riepilogo generale per motivare questa frase...
Mi sono laureato a luglio, finalmente aggiungerei, e dopo la laurea l'obiettivo era trovare subito un lavoro nella Terra di Mezzo, sia per apprendere meglio questa lingua, sia per acquisire esperienza riguardo il mercato orientale che per uscire dall'Italia, luogo in cui purtroppo non riesco totalmente a trovarmi a mio agio, e forse non succederà mai...vabbé, non mi metto a disquisire sul fatto che sia o meno un "luogo fisico" in cui una persona si possa trovare a suo agio, o piuttosto un "luogo mentale" nel senso di "condizione", altrimenti non ce la caviamo più...! Fatto sta che già tempo prima di laurearmi avevo cominciato a diffondere sulla rete copie del mio curriculum come fossero coriandoli, e nella maggior parte dei casi dei coriandoli hanno avuto il destino, fatti cadere, a terra, ignorati. Ovviamente me lo aspettavo, sia chiaro! Qualche compagnia cinese mi ha risposto, mostrandosi interessata e offrendomi un salario ridicolo (non solo secondo standard occidentali, ma in alcuni casi anche cinesi!), poi è arrivata "l'offertona"...non mi sto a dilungare tanto, basti sapere che sono stato in trattativa con una società cinese per due mesi, due lunghissimi mesi in cui ogni volta che venivo chiamato sembrava che facessi un passo in più verso un futuro radioso di business man de no' artri, col lavoro dei sogni (per lo meno i miei) proprio dove volevo andare...finché un giorno i simpatici cinesazzi, così, dal niente, dopo avermi cercato loro per il 90% del tempo, mi dicono che non sono più interessati a continuare con le trattative...SBAM, questo è stato il rumore che il masso ha fatto sulla mia testa...tagliando corto: sedere dolorante, tempo perso e lezione imparata e riposta nel suo bel cassetto laccato. L'unica cosa ormai rimasta che assicurasse la mia venuta in Cina era una borsa di studio di un anno a Shanghai, e così è stato. Scazzato e incazzato, mi sono messo su un volo della Emirates per girare una pagina che improvvisamente era diventata bianca...il che non è del tutto un male, a noi piacciono le pagine bianche, sopra ci si può scrivere quel che si vuole...
Atterro a Shanghai in un afosissimo lunedì pomeriggio, mi presento alla città e lei con fare cinese mi risponde con una bella scaracchiata a terra. Bene, avevo dimenticato certe usanze a mandorla...
Non si può immaginare una città come Shanghai a meno che non la si venga a visitare. Non saprei descrivere il livello di casino che c'è per strada...masse brulicanti di cinesi in macchina, a piedi, in bici, su scooter si affrettano per le arterie cittadine incuranti delle più semplici regole di guida, rischiando più e più volte di scontrarsi ma, per una qualche qualità genetica a me sconosciuta, riuscendo sempre a evitare il fatale impatto. L'aria quindi risulta estremamente appesantita non solo dall'afa e dal caldo, ma anche dai gas di scarico dei milioni di mezzi che quotidianamente girano. L'inquinamento acustico è una diretta conseguenza, visto che ai cinesi piace tanto suonare il clacson...ma tanto tanto!
L'odore di "Cina" è particolarmente forte qui...odore di uova, di gas, di altre mille cose che non riesco a identificare permeano l'aria a volte tappandoti i polmoni...ovviamente ci sono dei punti in cui resta più vivibile, grazie a dio! E poi grattacieli dappertutto, palazzi scintillanti e altri fatiscenti costellano questa città che sembra in costante ampliamento e occidentalizzazione, perchè ormai ben poco è visibile delle sue radici cinesi, a meno che con stoica volontà esploratrice non si vada a ricercare i quartierini che ancora mantengono immutate le caratteristiche di una "cinesità" sempre più disprezzata dai suoi stessi artefici.
Il campus non è male, anche se quello di Shenzhen era decisamente più a misura d'uomo. La stanza è semplice, e ovviamente tutto è moltiplicato per due: letto, armadio e scrivania. Oltre a queste cose c'è una televisione, e basta...neanche un frigo, né un cazzo di lavandino per scaccolarsi gli occhi la mattina...vabbé! Il letto consiste in un'asse di legno su cui è poggiato un "materasso", secondo me anch'esso di legno...! Anche a Shenzhen il materasso era duro, e ci ho sempre dormito benissimo, ma qui raggiunge dei livelli estremi che non so quanto la mia schiena potrà ancora sopportare...! Un'altra diversità enorme tra il campus di Shenzhen e questo è l'incredibile apatia che sembra permeare le vite di chi ci abita...qui a mezzanotte chiudono i cancelli, nel dormitorio non ci sono studenti assetati di nuove conoscenze e vogliosi di uscire e fare casino...sembra che la gente si nasconda, e l'assenza di un bar nel dormitorio che funga da luogo d'incontro non fa altro che aggravare la situazione...per la carità, qualche conoscenza è stata fatta (con esito negativo per la maggior parte dei casi), ma l'atmosfera è totalmente diversa, abbastanza deludente. Sarà forse Shanghai, una città così grande e zeppa di anime che sembra quasi doversene nutrire per sopravvivere, a dettare questi atteggiamenti, non saprei, fatto sta che da quel che ho visto, e per come vivo io questo tipo di metropoli, la trovo veramente una città alienante...
Il campus è lontano dal centro città, e intorno praticamente non c'è niente da fare. Quando dico lontano intendo almeno mezz'ora in taxi e ancora di più in metro, per cui spostarsi "a fare un giretto" non è una cosa molto comoda. Per lo meno c'è il minimo indispensabile per vivere.
I primi giorni sono scivolati tra diverse menate burocratiche, che in realtà non sono ancora finite (in questo momento in Cina è festa, ma non mi sono potuto spostare da Shanghai perché il mio passaporto ce l'ha la polizia per prolungare il visto. Mi verrà riconsegnato il 9 settembre). In realtà un mese è già scivolato, non so come...ma per quanto sia passato velocemente, l'impressione, condivisa anche dai miei compagni di avventura, è quella di chi è in un posto da lungo tempo...abbiamo cambiato il nostro stile di vita nel giro di una notte, abbiamo riacquisito abitudini ormai riposte nelle memorie del nostro primo incontro con la Cina, e in qualche modo sembra che il tempo passato in Italia tra un viaggio e l'altro qui non sia stato altro che una parentesi che si è chiusa solamente una volta riascoltata la lingua tanto amata e tanto odiata.
Sono qui quindi, a cercare di dare una svolta, a cercare una strada tra le mille che, in modo celato o meno, mi si presentano di fronte. Voglio trovare un lavoro soprattutto, anche se sto rivalutando il corso all'università, visto che volenti o nolenti è innegabile la sua utilità. Vedremo...

PS: non riesco a caricare le foto qui per ora (spero), se volete vederle andate sul mio facebook!